Se i risultati sono questi, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel ciclismo professionistico non può che fare bene.
Era il gennaio 2024 quando Jeroen Swart, responsabile del team performance della Uae Team Emirates, dichiarò apertamente: «Lavoriamo con un partner IA per vagliare grandi quantità di dati sulle prestazioni e altre variabili che possiamo inserire e rivedere. Osserviamo il protocollo di allenamento, le selezioni delle gare e molto altro ancora». L’obiettivo del team era tornare a vincere il Tour de France dopo un biennio di digiuno: da quella dichiarazione sono seguite due stagioni eccezionali, con Tadej Pogacar capace di centrare la doppietta Giro-Tour nel 2024, conquistare gli ultimi due Mondiali e riportare a casa, per la quarta volta, la Grande Boucle quest’anno. Sono solo alcuni dei successi di un corridore che sta rivoluzionando il ciclismo contemporaneo e di una squadra che, nel 2025, ha stabilito il record assoluto di vittorie stagionali: ben 97 successi con 20 corridori diversi. Il primato precedente risaliva al 2009, con gli 85 trionfi della HTC-Columbia. Negli ultimi due anni l’intelligenza artificiale si è diffusa rapidamente nel WorldTour. La Uae Emirates continua a essere pioniera del settore: all’ultimo Tour de France i suoi corridori hanno utilizzato anche caschi progettati con sistemi IA. Ma le altre squadre non restano a guardare. La Visma-Lease a Bike, vincitrice del Giro d’Italia e della Vuelta a España, grazie al proprio main sponsor attivo nell’informatica, ha sviluppato un sistema che consente di analizzare in tempo reale i dati degli atleti, garantendo un’integrazione calorica in corsa precisa fino all’80%, contro il 50% delle stime tradizionali. Infine, la Red Bull-Bora di Remco Evenepoel e la Ineos Grenadiers di Filippo Ganna utilizzano l’IA per studiare l’aerodinamica e ottimizzare le prestazioni in sella, soprattutto nelle cronometro, dove ogni dettaglio può fare la differenza.
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