Coralli: barriere di vita

Sotto l’acqua cristallina di Moorea, i coralli sembrano insalate multicolori.

Come in un orto magico, sono allineati lungo filari segnati da fili: cespi rosa, viola, rossi. Sono stati scelti perché resilienti, riescono ad adattarsi a tutto, sopravvivono alle temperature che si alzano, alle correnti, all’inquinamento, resistono in un oceano preso d’assalto. Gli “agricoltori marini” di Coral Gardeners coltivano i coralli “migliori” per evitare che spariscano. Li “piantano”, li fanno crescere e poi ripopolano i fondali.

È una lotta contro il tempo, per salvare l’Amazzonia dei fondali, questa foresta incantata che è tra gli ecosistemi più ricchi di biodiversità e di valore per il pianeta, e che alimenta un quarto di tutta la vita marina. Negli ultimi trent’anni, il mondo ha già perso il 50% delle sue barriere coralline. Senza un’inversione di tendenza immediata e decisa, potrebbero arrivare all’estinzione entro il 2050. All’origine del progetto Coral Gardeners, che ormai coinvolge una squadra di 70 persone – tra studiosi, pescatori, surfisti – sparse tra Polinesia, le Fiji e la Thailandia, c’è Titouan Bernicot: 27 anni, ricci ribelli, sorriso stampato su un volto solare, un’energia che pare inesauribile. Titouan ha fatto della conservazione dei coralli e della biodiversità del loro ecosistema un’azione trendy, pop, virale, glamour. L’ha strappata ai soliti discorsi degli scienziati ma anche all’atteggiamento un po’ troppo austero dei militanti ecologisti. «Sono nato sul reef della Polinesia francese – racconta – la barriera corallina era il mio parco giochi, il mio giardino. Che fareste voi se, a un certo punto, i vostri fiori diventassero tutti grigi? Non vi chiedereste che cosa sta succedendo? Così è successo a me. Surfavo, e vedevo sotto la tavola i coralli diventare bianchi. Mi guardavo intorno, tutti sapevano che stava succedendo, tutti lo vedevano, ma nessuno faceva niente. Mi sono detto: no».

Titouan Bernicot, ideatore di “Coral Gardeners”, e Giovanni Chimienti, biologo marino e ambasciatore di Sea Beyond, progetto del gruppo Prada

IL PROCESSO

Il bianco è il colore della morte, per i coralli. Animali costituiti da minuscoli polipi, si comportano come piante. Dipendono da una relazione simbiotica con la zooxantella, un’alga unicellulare che vive all’interno del tessuto dei polipi, ai quali trasmette zuccheri e altri nutrienti grazie al processo di fotosintesi. Quando la temperatura aumenta, la zooxantella inizia a produrre sostanze chimiche nocive invece dei consueti nutrienti. I polipi allora espellono l’alga e smettono di produrre gli esoscheletri di cui sono composte le splendide barriere che colorano i nostri oceani. Progressivamente, i coralli perdono i loro colori, muoiono bianchi. Gli agricoltori di Titouan hanno dunque scoperto che quelli che non si ammalano possono essere “coltivati” e riprodotti. Titouan Bernicot si è lanciato in una battaglia culturale per rendere l’ecologia e la conservazione più attraenti, parla della «più grande campagna di rebranding al mondo», per definire una campagna di apertura verso il pubblico più ampio possibile. Le fattorie sottomarine di Coral Gardeners sono regolarmente visitate da star di ogni ordine e grado. Da Florent Manaudou a Matt Damon, passando per Jason Momoa o Kauli Vaast, una miriade di grandi nomi ha contribuito a fare di Coral Gardeners uno dei progetti ambientali più seguiti al mondo sui social network. «Non cerco di piacere solo a quella manciata di persone già sensibili all’ecologia. Voglio raggiungere i fan dell’Nba o del calcio, il grandissimo pubblico», dice Titouan. Non a caso ha ottenuto il supporto di Sea Beyond, il progetto che il gruppo Prada conduce dal 2019 insieme alla Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco (Unesco-Coi) per la salvaguardia dell’oceano. Dalla sua fondazione nel 2017, Coral Gardeners ha già piantato oltre 160.000 coralli tropicali, contribuendo a trasformare habitat marini danneggiati in ecosistemi rigogliosi e vitali. L’obiettivo della collaborazione è raggiungere più di 200.000 coralli nelle “nursery” e 50.000 nuovi coralli piantati entro la fine del 2026. Conferma Lorenzo Bertelli, head of corporate social responsibility del gruppo Prada: «Siamo lieti di supportare Coral Gardeners e di dare il nostro contributo contro la crisi in atto che colpisce gli ecosistemi corallini nel mondo. Speriamo di aiutare le generazioni future a comprendere l’importanza di preservare questi tesori inestimabili del mare».

LA MISSIONE

Grazie a questa collaborazione, gli orti di corallo potrebbero cominciare a essere coltivati anche nel Mediterraneo. L’annuncio è stato fatto a Nizza, alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’oceano 2025. Da settembre Titouan partirà in missione nel Mare Nostrum con il biologo marino e ambasciatore di Sea Beyond, Giovanni Chimienti. «Il Mediterraneo è forse il mare più noto al mondo, eppure è per la maggior parte inesplorato – spiega Chimienti – mi è capitato di trovarmi in profondità nelle acque del Mediterraneo, di guardarmi intorno e di non riconoscere quasi niente. Eppure sono un biologo marino di una certa esperienza… questo ci dice quanto lavoro, anche di esplorazione, c’è ancora da fare». È stato Chimienti a scoprire – ricerca sempre finanziata da Sea Beyond e poi documentata con il bellissimo film Il bianco nel blu – la popolazione di corallo nero a 63 metri di profondità al largo dell’isola di Marettimo. Questa meravigliosa foresta sottomarina esisteva nella memoria storica dei pescatori, ma nessuno scienziato l’aveva localizzata prima con certezza. Giovanni e Titouan cercheranno di capire se questo tesoro di biodiversità nelle nostre acque (ed eventualmente altri nascosti in altri fondali) potrà essere “coltivato”, allargando la rete degli agricoltori di coralli, dalla Polinesia alle Egadi. Ai giovani, Titouan e Giovanni inviano un messaggio che va forse anche al di là della salvaguardia degli oceani e dei coralli: «Esplorate, andate a vedere con i vostri occhi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe interessarti anche

Ultimi articoli pubblicati