Ologrammi come guide in percorsi interattivi, in grado di far resuscitare star scomparse e farle esibire durante un concerto. Schermi verdi che cedono il passo a ambientazioni digitali dinamiche, in perenne mutamento, e che danno vita a una nuova forma d’intrattenimento.
Inizia tutto dalla Star Wars Celebration di Anaheim, Los Angeles, luogo d’incontro – dopo due anni di stop – per tutti gli appassionati della saga di Guerre Stellari, ma non solo. La fiera d’interesse globale è stata anche sede d’incontro con i registi e produttori, tra cui i filmakers di Obi-Wan Kenobi. Lo show segna il ritorno di Ewan McGregor, dopo quasi due decadi, nei panni del carismatico Maestro Jedi che ha perso il suo allievo, Anakin, e la sua bussola morale. Nei sei episodi che compongono la serie dovrà ritrovare il cammino verso la forza, e a guidarlo in questo percorso arriva in supporto una nuova tecnologia.
SCENARI FUTURISTICI
Creato dalla Industrial Light & Magic, una delle più importanti aziende nel campo degli effetti speciali digitali (parte della Lucasfilm, sussidiaria di The Walt Disney Company) lo StageCraft ha modificato le regole della produzione virtuali. Una scenografia in movimento che consente ai registi di esplorare nuove idee, ed eseguire riprese in un ambiente di produzione flessibile. Si possono modificare le ambientazioni e l’illuminazione in tempo reale, a portata di click, consentendo anche agli attori di immergersi negli ambienti che, fino a qualche anno fa, potevano solo immaginare attraverso uno schermo verde, che avrebbe lasciato spazio, in post-produzione, alla scenografia digitale. Lo StageCraft plasma la tecnologia al servizio della regia, e non il contrario. Questo garantisce una post-produzione più rapida, riducendo i costi dei visual effect. Per Ewan McGregor girare con questa tecnologia cambia le carte in tavola: «Sembra di essere tornati alle origini di Hollywood, quando i fondali venivano cambiati a mano durante le riprese dei film, passando da un teatro di posa all’altro. Solo che qui è lo sfondo a cambiare in maniera impressionante, rimanendo sempre fermi nello stesso punto».
LE GUIDE
Pensate alla cifra che servirebbe per chiedere alle star di Hollywood di recitare all’interno di un’attrazione di un parco a tema, tutti i giorni della settimana per almeno dodici ore. Sarebbe impossibile, anche solo da calcolare. In soccorso arrivano gli ologrammi, per ovviare in maniera, più o meno economica, al problema. Nella nuova perla di punta di Disneyland Star Wars: Rise of the Resistance ad accogliervi troverete Daisy Ridley nei panni di Rey (la protagonista della più recente trilogia di Guerre Stellari). Non in carne e ossa ma in versione ologramma. Più avanti nell’attrazione pensata in movimento (non ci si siede subito ma si esplorano a piedi gli ambienti e gli scenari che la compongono) fanno capolino anche i colleghi, ma in versione animatronics. Componenti robotici e elettronici che, grazie all’interfaccia computerizzata, danno vita a dei modelli animati a cui gli attori originali dei film hanno prestato la voce, rendendo l’effetto estremamente realistico. È impressionante infatti ritrovarsi davanti a un esercito di Stormtroopers in assetto di guerra, o venire rincorsi da Kylo Ren (il, seppur debole, antagonista nella recente trilogia di Star Wars).
ESIBIZIONI VIRTUALI
Era il novembre del 1991 quando, a soli 45 anni, Freddie Mercury, leader dei Queen, ci lasciava. Quello che ha dell’incredibile è come, durante i concerti che la band ha tenuto nel corso degli ultimi anni precedenti alla pandemia, Freddie Mercury sia “tornato in vita” grazie all’utilizzo di un ologramma che interagiva sul palco insieme al resto dei Queen. La performance, a tratti surreale, ha colpito in particolar modo per la reazione di Brian May, commosso mentre stringeva la mano all’ologramma dell’amico, dopo aver eseguito “insieme” sul palco Love Of MyLife. È accaduto anche con il rapper 2Pac, deceduto nel 1996, che si è “esibito” sul palco del Coachella Festival nel 2012. Ma non solo musica, anche altre performance dal vivo stanno cambiando la percezione degli spettatori grazie al teatro oleografico dove, con l’ausilio di ologrammi 3D è possibile sviluppare scenari mai visti prima, abbattendo le barriere e permettendo anche performance a distanza di chilometri.
VIDEOGIOCHI IRREALI
Futuro che si fa presente grazie all’arrivo di Unreal Engine 5, motore grafico realizzato da Epic Games per aiutare gli sviluppatori verso una nuova generazione di videogiochi per Xbox Series X, PlayStation 5 e PC. Questo nuovo asset garantisce una velocità maggiore nello sviluppo dei titoli giocabili e una qualità superiore rispetto quella vista finora, grazie a una serie di automatismi di programmazione che snelliscono le operazioni più complesse. Più velocità, costi di produzione abbattuti, meno immaginazione e più creatività, questo il futuro dell’intrattenimento, che è già diventato realtà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA