Olimpiadi Tokyo, tecnologia e sostenibilità: la doppia sfida dei Giochi iperconnessi

Tecnologia e sostenibilità. È questa la doppia sfida che Tokyo si è prefissata per le Olimpiadi. Come sempre i Giochi sono il gancio per il futuro. Basti pensare a Stoccolma, quando nel 1912 vennero introdotti i cronometri per rilevare i tempi degli atleti o a Berlino, nel 1936, quando le gare vennero trasmesse in televisione per la prima volta. O al 1964, quando proprio la capitale giapponese ospitò le Olimpiadi e vennero inaugurati gli Shinkansen, i treni ad alta velocità e precisione che oggi sono un modello per la mobilità di tutto il mondo. E lo slogan scelto da Tokyo per questi Giochi la dice lunga: «Be better, together – for the planet and the people» (Sii migliore, insieme, per il pianeta e le persone). Insomma tecnologia e sostenibilità andranno a braccetto nonostante la numero 32 sarà una edizione, per forza di cose, condizionata dal Covid. Slittata di un anno (per la prima volta i Giochi si disputeranno in un anno dispari) ha dovuto rinunciare anche al pubblico. Ammesso solo quello locale.

L’INNOVAZIONE

Nessun problema perché saranno l’Olimpiade e la Paralimpiade più connesse della storia. Previsti numeri molto superiori a quelli di Rio 2016 dove 102 milioni di browser vennero connessi alla piattaforma online della BBC per seguire le gare. Circa il 75% degli spettatori contro il 42% fatto registrare nel 2012 a Londra. Un dato che ha permesso ai brand di agire attraverso digital advertising sempre più personalizzate, experience online sempre più one-to-one. Per Tokyo 2020 i provider hanno pensato a diverse soluzioni custom per brand e utenti. Partiamo dalla più semplice: lo streaming. Le competizioni andranno avanti ogni giorno ad ogni orario, considerando i relativi fusi. Questo darà la possibilità ai marketer di adattare le proprie inserzioni. Molto usate saranno le digital Out of Home: grazie alle nuove tecniche di digital advertising verranno tracciate, oltre ai passaggi in quella determinata area, anche orari, news e località. Una medaglia inaspettata sarà dunque condivisa immediatamente per non far perdere nemmeno un aggiornamento ai propri utenti. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha stretto una partnership con Intel che ha presentato diverse applicazioni e la realtà virtuale. Tutto questo appoggiato dal 5G, che garantirà una velocità di scambio dati mai vista fino ad ora. Tra le tecnologie di Tokyo 2020 sicuramente il Tracking in 3D degli atleti, uno strumento che usa l’intelligenza artificiale per estrarre il movimento della persona esaminata per sovrapporre dati e soluzioni. L’idea è quella di fornire questi dati al broadcaster del comitato organizzatore e ad altre emittenti in tempo reale, per massimizzarne l’impatto. A questa si unirà anche la Mixed Reality che servirà a creare delle simulazioni digitali. Un’attività che sarà utile per simulare l’iter di accredito degli ospiti e atleti ma anche altre situazioni più a rischio come le procedure di evacuazione. Tra le grandi novità di questa edizione c’è sicuramente il riconoscimento facciale predisposto per tutto lo staff organizzatore, gli atleti e i media. Neoface è un software di riconoscimento facciale che sarà lanciato da NEC Corp. È stato mostrato come il sistema riesca a riconoscere le persone anche in una situazione di scorrimento veloce; in più è stata fatta la prova con un ex campione di pallavolo, alto 2 metri e 8 cm, per dimostrare che anche dati biometrici fuori dalla norma non danno alcun problema al software. Inoltre è stato sviluppato un sistema che è, a suo dire, può riconoscere un volto anche quando è protetto da una mascherina e lo può fare in tempi rapidi (meno di un secondo) e con un elevatissimo grado di precisione (99,9%). Senza un volto completo, il sistema si concentra sulle parti del viso scoperte, in primo luogo gli occhi. E un occhio va anche al green e alla sostenibilità ambientale, una manifestazione come questa non poteva trascurarlo.

LA SOSTENIBILITÀ

Tokyo 2020, mira a contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Tant’è che il comitato organizzativo ha sottoscritto l’iniziativa “Sport per il clima” dell’Onu per promuovere la lotta contro i cambiamenti climatici. In primis gli organizzatori puntano ad azzerare le emissioni di CO2 utilizzando energie rinnovabili nelle strutture dove si terranno le competizioni e nei villaggi che ospiteranno gli atleti olimpici e paralimpici, come la nostra Bebe Vio, compensando tutte le emissioni in collaborazione con le amministrazioni locali e usufruendo di strutture già esistenti per quasi due terzi delle attività. Poi c’è la questione Gestione delle risorse per azzerare gli sprechi. Hanno già fatto notizia le medaglie e i podi dei giochi realizzati con materiali riciclati: il 99 per cento degli oggetti e dei materiali impiegati verrà riutilizzato o riciclato. Dalle abitazioni degli atleti che sono in legno riciclato (che verranno poi rivendute come case) alla squadra giapponese che indosserà un’uniforme realizzata con tessuti riciclati. Presso 18 mila stazioni di raccolta, gli abitanti di oltre il 90 per cento dei comuni giapponesi hanno conferito quasi 80 mila tonnellate di rifiuti elettronici, di cui oltre 6 milioni di cellulari, da cui sono stati estratti i metalli preziosi usati per produrre 5 mila medaglie. Non solo perché gli atleti olimpici vincenti saliranno su podi realizzati con rifiuti di plastica domestici e provenienti dagli oceani – recuperati anche durante tre eventi di pulizia delle spiagge, nelle località che ospiteranno le gare di vela e surf. Ma quelle di Tokyo puntano ad essere anche le Olimpiadi della diversità e dell’inclusione in tutte le loro sfaccettature. Ambire al meglio, accettare il prossimo e creare un legame con il domani i concetti chiave di questa filosofia. Oltre a rispettare i principi guida dell’Onu su imprese e diritti umani ed aver siglato un accordo con l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) per tutelare i diritti dei lavoratori, il comitato di Tokyo 2020 è stato anche premiato dal Pride index dell’associazione giapponese Work with pride che valuta l’implementazione delle politiche a favore dei diritti Lgbtq da parte degli enti e delle organizzazioni. 

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