Ologrammi, nuova vita in 3D: dalla finzione cinematografica all'applicazione quotidiana

Che si tratti dell’iconica proiezione di Carrie Fisher nel film “Guerre Stellari” o del distopico 2015 di “Ritorno al Futuro 2”, ogni volta che l’uomo immagina il proprio avvenire, gli ologrammi sono lì. Ciò che però un tempo era soltanto finzione, oggi è una realtà concreta dove solo l’immaginazione è ormai l’ultima frontiera di un mercato da 5 miliardi di dollari. Al cuore della tecnica olografica c’è la riproduzione fedele di oggetti e persone, proiettati in una rappresentazione 3D. A differenza della realtà aumentata, dove serve un visore che “cali” l’immagine nel mondo reale, nell’olografia il soggetto è fuori, grazie a un gioco di laser e specchi che, interagendo tra loro, donano l’impressione della tridimensionalità.

DAL CINEMA ALLA REALTÀ

Gli ologrammi che vediamo nei film sono “semplici” effetti speciali. Riprodurre un 3D convincente nella realtà richiede una grande potenza di calcolo e apparecchiature dal costo elevato. A squarciare il velo delle potenzialità è stata Cisco, presentando nel 2011 il sistema di videoconferenza olografica TelePresence. Un progetto ambizioso su un tema oggi attualissimo, con smart working e Dad a farla da padroni; l’idea era però ancora prematura e limitata dalla larghezza di banda allora disponibile. Solo nel 2020 viene superata in modo convincente questa barriera, quando Vodafone Malta sfrutta il 5G per sincronizzare l’Orchestra Filarmonica con due diversi cantanti, presentati sul palco come ologrammi in perfetta sincronia con gli altri musicisti. Chi invece riesce a imbrigliare subito il nuovo potenziale tecnologico è il mondo dello showbiz. Nel 2012, l’indimenticabile rapper Tupac duetta in forma olografica con i vecchi compagni Dr. Dre e Snoop Dogg. “The Whitney Houston Hologram Tour” del 2020 è la prima serie di concerti postumi a proporre l’ologramma della storica cantante. Si tratta ancora di proiezioni bidimensionali più che di vere ricostruzioni 3D, ma l’effetto scenico è comunque imponente e sancisce il connubio tra spettacolo e olografia. Pian piano la moda arriva anche in Italia, tanto che nell’ultimo Sanremo Fiorello ha salutato entusiasta un olografico Vincenzo Mollica dal leggendario balconcino dell’Ariston. «Tu sei la principessa Leila dei giornalisti», ha ironizzato il presentatore siciliano in uno squisito embrayage.

UTILIZZO PRATICO

Diverse e importanti le applicazioni anche fuori dallo showbiz. In campo militare, le mappe olografiche vengono già utilizzate per la ricognizione e lo studio dettagliato degli scenari di ingaggio. Anche il matrimonio tra medicina diagnostica e olografia sta dando buoni risultati. Partendo da una tac, si può oggi ricostruire un’immagine tridimensionale dell’organo interessato, con risvolti positivi tanto dal punto di vista analitico quanto da quello della ridotta invasività. In Italia si sta sperimentando al Careggi di Firenze e al San Martino di Genova, ma il campo di applicazione è limitato alla sola realtà aumentata.

L’ATTUAZIONE

Gli ologrammi vengono anche impiegati per ostacolare la contraffazione ed è probabile che in questo momento ne abbiate uno in tasca, stampato su carta di credito o passaporto. Ancora lontana invece la possibilità di effettuare videochiamate olografiche dal nostro smartphone, che ha subito una battuta di arresto con la chiusura del progetto “Hydrogen One”, il primo cellulare olografico. Sul versante della produttività, nel 2017 l’americana Looking Glass Factory ha presentato Holoplayer, un dispositivo che consente la creazione di oggetti olografici manipolabili con gesti simili a quelli usati da Tom Cruise in “Minority Report”. La riproduzione non è più “statica” ma si tratta finalmente di vero 3D interattivo: guardando dritto, si vede la parte anteriore dell’immagine; spostandola con la mano si vede invece il fianco, per un totale di 32 angoli di visuale diversi. Ci sono però alcuni difetti, come la forbice di prezzo – inevitabilmente alta – e la risoluzione, che non è delle più limpide. Le rappresentazioni inoltre, mancando un proiettore, sono ancora “intrappolate” all’interno del dispositivo.

Tuttavia, le applicazioni pratiche sono già interessanti, specie per i professionisti della grafica 3D, e il potenziale di sviluppo ammicca a scenari più complessi. Pensiamo alla possibilità – ancor più rilevante in questo periodo storico – di effettuare visite all’interno di musei, gallerie o perfino intere città d’arte. Magari compiendo gesti che nella realtà ci sarebbero preclusi, come toccare le opere con mano – seppur virtualmente –, ruotandole ed esaminandole nel dettaglio. Lo sviluppo in questo senso è ancora acerbo ma Holoplayer ha già mosso buoni passi nella giusta direzione, verso luoghi e interazioni che forse, senza l’aiuto della tecnologia, oggi correremmo il rischio di dimenticare.

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REALIZZAZIONI & SUGGESTIONI

Azuma Hikari, fidanzatina giapponese

In Giappone è già disponibile Azuma Hikari, la fidanzatina olografica programmata per riconoscere il partner e per rispondere anche ai messaggi whatsapp, una sorta di versione tridimensionale dalle suggestioni romantiche della più nota assistente vocale “Alexa”. Così come la controparte Amazon, anche Azuma gestisce la domotica da un hub apposito, denominato Gatebox. All’apparenza gadget frivolo, in realtà si propone come risposta al problema dell’“hikikomori”, l’isolamento sociale che affligge la società nipponica ormai da decenni. 
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Da Whitney Houston a Maria Callas

Il mondo della musica live ha subito più di chiunque altro il fascino dell’olografia, fino a trasformarla in una vera e propria tendenza. Oltre al recente tour di Whitney Houston, tra gli artisti omaggiati dal trattamento olografico troviamo Maria Callas, Frank Zappa e Ronnie James Dio. Creata dal nulla è invece Hatsune Miku, la rappresentazione olografica del sintetizzatore Vocaloid, che nel 2018 si è unita in matrimonio con il 35enne Akihiko Kondo, facendo di lui il primo uomo del pianeta a sposare un ologramma.
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La conferenza super interattiva

Gli Hololens 2, i visori di realtà aumentata di casa Microsoft, consentono di sovrapporre la visualizzazione digitale agli oggetti fisici. Sono disponibili dal 2019 con un prezzo di vendita al pubblico di 3.500 dollari e hanno già trovato numerose applicazioni pratiche. Lo scorso febbraio ha preso il via la ventiquattr’ore internazionale di Chirurgia Olografica, inaugurando una nuova era per la sanità a livello mondiale. Sul fronte lavorativo, la piattaforma Mesh promette conferenze in un 3D totalmente interattivo.
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