Treni a levitazione magnetica, Cina e Giappone si sfidano sui Magvel

A Oriente la parola magica per le reti ferroviarie del futuro è “levitazione magnetica”, maglev. È su questa tecnologia – che permette ai treni di scivolare lungo binari su cui rimangono sospesi per l’azione di potenti elettromagneti – che si stanno dando battaglia la Cina e il Giappone. Chi inaugurerà per primo i maglev a lunga percorrenza? Chi riuscirà a portarli alla velocità limite di 800 km/h? Tra il Paese del Sol levante, che nel lontano 1959 inventò gli shinkansen (i “treni proiettile”), e la Repubblica popolare, che nell’ultimo decennio è riuscita a collegare con l’alta velocità tutte le sue metropoli, in ballo non c’è solo l’orgoglio nazionale. La posta in palio comprende commesse in un continente in crescita come l’Asia, ma anche negli Usa (i giapponesi aspirano a costruire la linea maglev New York-Washington: un’ora di percorrenza invece delle tre attuali, meno dell’aereo). Un mercato infrastrutturale globale valutato circa 2.000 miliardi di dollari. C’è poi la prospettiva di ridurre al massimo i tempi di percorrenza per unire al resto del Paese hub produttivi come l’area metropolitana di Tokyo (40 milioni di abitanti) o quella cinese della Grande baia incentrata sulla provincia del Guangdong (70 milioni). Finora il maglev è rimasto poco più di un capriccio futuristico. Quello a quattro carrozze che dal 2004 collega l’aeroporto di Pudong a Shanghai (30 km in 7 minuti e 20 secondi) viaggia a 431 km/h, ma ha accumulato perdite per miliardi di yuan. Mentre nella prefettura nipponica di Yamanashi, la Central Japan Railway Company continua a testare (su una tratta di 43 km con annesso museo) il suo maglev che viaggia a 500 km/h, senza passeggeri a bordo. Ora però la stessa compagnia ha investito 86 miliardi di dollari per collegare la capitale Tokyo a Osaka (500 km) con il maglev entro il 2037. Per arrivare prima la Cina ha puntato su una tratta più corta Shanghai-Ningbo (216 km) che – con 15 miliardi di dollari – spera di completare entro il 2035.

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I COSTI

 Per vincere la competizione sul maglev sarà essenziale abbassarne il costo, attualmente fino tre volte quello dell’alta velocità. I nuovi maglev nipponici utilizzeranno elio liquido per raffreddare a – 269°C i magneti. Simili temperature riducono quasi a zero l’attrito, generando a una superconduttività che permette di raggiungere velocità record. Per risparmiare, la Cina punterà sull’azoto liquido che – ha confermato un ricercatore del laboratorio di Stato della Jaotong University – costa 1/5, ma sarebbe in grado di fornire una conduttività simile. Inoltre il prototipo di maglev svelato in pompa magna il mese scorso dall’azienda di stato CRRC è in fibra di carbonio, più leggero e dunque meno energivoro. E, mentre il maglev giapponese deve prendere la “rincorsa”, quello della Repubblica popolare sarebbe in grado di partire con una super-accelerazione. Insomma la Cina è pronta a bissare col maglev il primato nel 5G. E spera che il suo super treno non venga accolto con altrettanta diffidenza. 

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